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Intervista a Mariateresa Imparato sulle comunità energetiche

Le comunità energetiche sono una realtà sempre più diffusa in Italia, per condividere energia rinnovabile e pulita. Ascolta il podcast

Le comunità energetiche (o Energy Community) sono un insieme di persone che condividono energia rinnovabile e pulita, in uno scambio tra pari. Esse rappresentano un modello innovativo per la produzione, la distribuzione e il consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili. Un modello che fonda i suoi valori sulla lotta allo spreco energetico e sulla condivisione di un bene fondamentale a un prezzo concorrenziale, grazie all’innovazione che sta rivoluzionando il mercato dell’energia.

Ne abbiamo parlato con Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania.

Le comunità energetiche e rinnovabili, come evidenzia Mariateresa Imparato, sono oggi uno strumento rivoluzionario per il modello energetico, perché finalmente è possibile produrre energia e condividerla dal basso. Chiunque può far parte di una di una comunità energetica: chi possiede un impianto fotovoltaico connesso in rete (ed è quindi un prosumer) può condividere la sua energia in eccesso, chi è consumatore (ed è quindi un consumer) può aggregarsi con i produttori di energia rinnovabile beneficiando della riduzione dei consumi e del taglio delle tariffe che ne consegue.

Per capire davvero l’enorme importanza di questa novità bisogna pensare che nel nostro paese baciato dal sole certi tipi di abitazione, come i condomini, non danno la possibilità a molte persone di avere uno spazio personale sul quale disporre un proprio impianto fotovoltaico. Fino a poco tempo fa, a queste persone era impedito anche comprare energia da possessori di pannelli fotovoltaici, anche se vicini di casa. Parimenti, ai produttori di energia pulita era impossibile venderla ad altri che non fossero il gestore della rete. Con il nuovo decreto legislativo tutto ciò di fatto cambia, producendo addirittura un’inversione di tendenza incentivante, come l’introduzione di un premio per il maggior autoconsumo che la Energy Community riesce a realizzare.

Siamo in una fase di sperimentazione, stiamo aspettando i decreti attuativi da parte della direttiva europea che consentiranno alle Comunità Energetiche di diventare una realtà diffusa anche in Italia. In altri paesi europei, come Regno Unito, Spagna, Grecia, Francia e Germania sono già una realtà consolidata e la loro crescita è agevolata da sistemi efficaci di finanziamento e di incentivi, un quadro normativo chiaro e una sensibilizzazione dei cittadini in materia.

Cosa succederà quando le Energy Community si diffonderanno capillarmente anche in Italia? Lo scenario previsto da The European House Ambrosetti prevede una riduzione delle emissioni di CO2 di 3,6 milioni di tonnellate ed un beneficio economico complessivo per i membri delle Energy Community di 2 miliardi di euro all’anno, considerando i ricavi dell’energia immessa, il risparmio sull’acquisto al netto dell’investimento tecnologico iniziale.

Per Legambiente è indispensabile sottolineare anche l’aspetto solidale. Nella Rete delle comunità Energetiche rinnovabili e solidali (C.E.R.S.) l’obiettivo è la creazione di un’alleanza dal basso per la lotta alla povertà energetica grazie alle rinnovabili, rendendo da un lato le comunità protagoniste della giusta transizione ecologica e del rilancio del sistema energetico italiano, dall’altro promuovendo la nascita di processi di economia civile in grado di aiutare le comunità a ridurre le disuguaglianze e aprire virtuosi processi economici, civili e sostenibili.

Fare Rete significa scommettere su una rivoluzione dal basso, in ambito sociale ma anche ambientale favorendo la transizione ecologica dei territori. Mettere a disposizione conoscenze e competenze per la realizzazione di C.E.R.S. in tutto il Paese, ma servono politiche mirate che accolgano le necessità tecniche e sociali di queste nuove realtà e che ne favoriscano lo sviluppo, soprattutto nei piccoli comuni e in luoghi caratterizzati da fragilità ambientali e sociali che rafforzano l’illegalità, la precarietà e le diseguaglianze.

05 febbraio 2024

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