La tecnica ha ormai preso il controllo sull’uomo e sulla natura, ma qualcuno sa davvero dove stiamo andando? Intervista al filosofo Umberto Galimberti
La filosofia del dominio e l’onnipresenza della tecnica rischia di cancellare la natura e con essa la presenza dell’uomo sulla Terra.
Come spiega Umberto Galimberti, psicanalista, filosofo, docente universitario e autore di numerose pubblicazioni, se nel passato gli antichi greci concepivano la natura come un ordine immutabile posto dagli dei che nessuna azione umana avrebbe potuto violare, successivamente nel mondo giudaico cristiano la natura viene posta sotto il dominio dell’uomo che ne dispone secondo i suoi fini. Con la conseguenza che la città, che un tempo era uno spazio recintato del mondo naturale, ha preso il posto della natura, ridotta a spazio recintato nel mondo artificiale delle città.
La sempre più rapida evoluzione tecnica creata dalle conoscenze scientifiche dell’uomo è inoltre sfuggita al suo controllo e l’esercizio della sua potenza sembra non incontrare più nella natura una vera resistenza.
Il sapere, quindi, si è reso autonomo dall’uomo che lo ha creato sottraendo a quest’ultimo il potere sulle cose. Si è passati dal potere dell’uomo sulla natura al potere della tecnica che ora domina incontrastata sia sull’uomo che sulla natura, che passivamente ne subiscono le conseguenze.
Oggi la stessa salvaguardia della natura non può più avvenire se non ricorrendo all’assistenza tecnica.
A seguito dell’esponenziale andamento demografico, la stessa natura ha superato il suo limite biologico e senza l‘intervento della tecnica non sarebbe più in grado di provvedere alle sue stesse creature.
Ma ciò avviene con una disumanizzazione della natura, si pensi ad esempio agli esseri viventi trasformati in macchine da uova o da carne, alimentati automaticamente in ambienti artificiali e deprivati sensorialmente. Tutto ciò è la prova di come l’assistenza tecnica della natura, anche quando ipernaturalizza la natura, la denaturalizza segnando l’enorme distanza che ormai separa l’egemonia della tecnica dal suo antico radicamento naturale.
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13 novembre 2016
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