Una nuova direzione di marcia per un benessere sostenibile è possibile? Ascolta il podcast con la nostra intervista a Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile
Si parla ormai spesso, in Italia e in Europa, di transizione ecologica. Ma quali sono realmente le sfide da affrontare per avviare realmente una transizione ecologica che porti realmente a un cambiamento storico profondo della società e dell’ economia, ad un vero e proprio cambiamento di civiltà? Ce ne parla Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e padre dell’ambientalismo italiano. Nel suo nuovo libro “Le sfide della transizione ecologica” (edizioni Piemme - pag. 304) mette in luce la necessità di dare una nuova direzione alla società del dopo pandemia. Ascolta il podcast con la nostra intervista esclusiva a Edo Ronchi.
Un nuova direzione sarà infatti necessaria quando la società si dovrà riprendere da una crisi economica senza precedenti e tutelarsi da una crisi climatica incombente. L'unica soluzione sarà cambiare completamente il paradigma economico. “Il nostro modello economico lineare, estrattivo e ad alto consumo di risorse e di energia, non è più sostenibile - afferma Ronchi -. Va convertito in un modello circolare che punti a minimizzare il prelievo di risorse e promuova prodotti di lunga durata, riparabili, riutilizzabili, riciclabili e realizzati con materiali riciclati.
Un segnale importante arriva dall’Europa: il Green Deal con il Next generation Eu segna l’avvio della più vasta conversione ecologica mai concepita, che potrebbe cambiare a fondo il capitalismo europeo. L’esito di questa sfida non è garantito. È comunque un’occasione storica dalle grandi potenzialità per poter puntare su un benessere sostenibile, certo più sobrio ma di migliore qualità, più esteso e inclusivo.
Tra le sfide poste dalla transizione ecologica ci sono la rivoluzione energetica (“la strada per la decarbonizzazione è ancora lunga: nel 2018 le fonti rinnovabili hanno fornito solo l’11% del consumo mondiale di energia e il 26,4% dell’energia elettrica consumata”), l’economia circolare e il risparmio di risorse (“il consumo mondiale di materiali dovrebbe arrivare a 170-180 miliardi di tonnellate nel 2050: quantità probabilmente non disponibili su questo pianeta”), la tutela del capitale naturale (“più del 40% della superficie terrestre è coltivata o urbanizzata e meno del 23% è ancora classificata come area naturale”). il ripensamento delle città e del modo di viverle attraverso un approccio che punti sulle priorità della conversione ecologica.
Per maggiori informazioni:
Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile
27 giugno 2021
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