Presentato in diretta streaming l'analisi di Life PrepAIR sugli effetti del lockdown sulla qualità dell’aria nel bacino padano
È uno degli argomenti più discussi dell’emergenza Coronavirus. Le misure di contenimento della pandemia COVID-19 durante la fase 1 hanno portato a una riduzione drastica e forzata delle principali fonti di inquinamento atmosferico, come i trasporti e i consumi industriali. Che effetti ha avuto questa situazione inedita? Abbiamo davvero respirato aria più pulita? I partner del progetto Life PrepAIR per la qualità dell’aria nelle regioni bacino padano hanno presentato il 19 giugno scorso in diretta Youtube i risultati dello studio preliminare sul tema, con il sostegno grafico de La Lumaca.
I risultati ottenuti in questo primo studio confermano che la situazione della qualità dell’aria nel Nord Italia è molto complessa. Se alcuni inquinanti gassosi, come il benzene e gli ossidi di azoto, si sono notevolmente ridotti durante il lockdown, l’andamento del particolato PM10 e PM2,5 ha subito una riduzione molto meno marcata, seppur importante, e molto influenzata anche dalla condizioni meteorologiche.
Quali ipotesi si possono fare davanti a questi primi risultati? Di certo l’aumento dei consumi di gas e di legna per riscaldamento domestico, in condizioni meteorologiche che hanno limitato la dispersione degli inquinanti, ha prodotto emissioni di origine primaria (ovvero derivanti da processi gestiti direttamente dall’uomo) per il particolato. Inoltre la presenza di quantitativi di inquinanti precursori, come l’ammoniaca prodotta in agricoltura e allevamento, ha prodotto PM di origine secondaria (ovvero derivanti da complessi processi chimico-fisici che agiscono sulle emissioni di origine antropica).
Lo studio preliminare sembra confermare la necessità di una strategia incentrata su interventi plurisettoriali e multi-inquinante a larga scala, con interventi mirati a ridurre sia le emissioni dirette che dei precursori delle PM. La riduzione degli inquinanti gassosi è un risultato importante ma non sufficiente, nelle condizioni meteorologiche di stagnazione tipiche della pianura padana, a garantire il rispetto dei valori limite fissati dalle norme europee. Nei prossimi mesi studi ulteriori potranno approfondire l’argomento e ad affinare le strategie ed azioni future.
Life PrepAIR è progetto europeo che si occupa di politiche della qualità dell’aria nel bacino padano, e che ha come partner le Regioni Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e relative ARPA, la Provincia Autonoma di Trento, ARPA Valle d’Aosta, le municipalità di Milano, Torino e Bologna, ART-ER, Fondazione Lombardia Ambiente e l’Agenzia per l’Ambiente della Slovenia.
Per informazioni:
24 giugno 2020
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