Il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti è in continua crescita
Probabilmente non tutti sanno che il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti è in continua crescita. Sono sempre più frequenti i casi di rifiuti abbandonati nell’ambiente e ciò riguarda sia quelli domestici che gli ingombranti, sia i rifiuti speciali che gli industriali pericolosi.
Si definisce illegal waste dumping l’abbandono di significative quantità di rifiuti di media-grande dimensione (materassi, lavatrici, mobili, elettrodomestici, inerti da demolizioni, pneumatici, bidoni ecc.), le cosiddette micro discariche abusive. Prende invece il nome di littering (dall’inglese to litter, ricoprire di rifiuti) l’abbandono in aree pubbliche di piccoli rifiuti come cartacce, gomme da masticare e mozziconi di sigarette.
Sono diversi i fattori che contribuiscono ad alimentare questo fenomeno: la produzione su larga scala di beni con valore e durata sempre più effimeri, l’accelerazione tecnologica, la pubblicità, la corsa infinita verso l’ultimo modello, l’obsolescenza programmata, gli acquisti compulsivi ma anche, e soprattutto, l’ignoranza e la mancanza di senso civico.
Per quanto riguarda il fenomeno del littering è noto che negli ultimi anni si è amplificato con le nuove abitudini alimentari e la tendenza ad assumere pasti fugaci fuori casa con prodotti usa e getta come tovaglioli di carta, cannucce, bottiglie, lattine e piatti pronti, oltre che per il boom della diffusione di giornali gratuiti e della pubblicità.
Non è semplice tracciare l’identikit di chi abbandona, poiché è un comportamento trasversale sia per età che per fasce economico-sociali. Ciò che sicuramente accomuna tutti i soggetti è la scarsa sensibilità ambientale, il ridotto senso civico e la totale incuranza per i beni comuni. L’abbandono dei rifiuti è un problema diffuso ed è indice di un degrado non solo ambientale ma anche, e forse soprattutto, culturale.
Gettati nell’ambiente i rifiuti, per le loro caratteristiche chimiche e tossicologiche, compromettono la qualità del suolo e delle acque e di conseguenza della salute umana.
È preoccupante il caso dei RAEE, i cosiddetti Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche come frigoriferi, condizionatori, televisori, computer che, se abbandonati in ambiente, possono rilasciare sostanze altamente inquinanti come cadmio, mercurio, piombo, nichel, gas refrigeranti (CFC, HCFC e HFC) inodori, incolori che danneggiano lo strato di ozono e contribuiscono all’effetto serra.
Gli ingenti costi per bonificare le microdiscariche abusive e per la gestione del littering ricadono sull’intera collettività e vanno a sommarsi a quelli della raccolta e smaltimento rifiuti. Ancora più onerosi sono gli accertamenti necessari per definire la composizione di materiali di dubbia natura e per capirne lo smaltimento adeguato.
La quantità dei rifiuti abbandonati e l’entità dei costi a carico di tutta la comunità non sono ancora stati indagati e definiti analiticamente. Prendendo in considerazione esclusivamente il territorio del centro-nord Italia, dalle poche indagini e analisi del fenomeno emergono dati allarmanti. Tra novembre e dicembre 2015, nel comune di Parma (176.800 abitanti) la quantità di rifiuti abusivi rimossi e smaltiti è stata di 192.249 kg, pari a circa 6 kg di rifiuti all’anno per abitante. In provincia di Lucca, i cittadini del comune di Seravezza (13.200 abitanti) per i rifiuti abbandonati abusivamente spendono circa 170.000 euro l’anno (cifra che comprende ingombranti, RAEE, svuotamento cestini stradali da rifiuti domestici e spazzamento manuale), circa 13 euro ad abitante. Nell’ambito di un progetto del 2008 denominato “Strade Pulite” l’Osservatorio Rifiuti della Provincia di Varese stimò che la spesa per la sola attività di rimozione dei rifiuti abbandonati nel territorio della provincia era tra i 2,3 e i 3,1 milioni di euro.
L’abbandono dei rifiuti è un reato e come tale deve essere sanzionato e punito. Oltre al ripristino dei luoghi, al posizionamento di cartellonistica informativa e al potenziamento dei controlli ambientali, le Amministrazioni insieme agli enti gestori delle raccolte rifiuti stanno adottando diverse forme di contrasto al dilagante fenomeno: ostacoli all’ingresso di aree verdi per impedire ai veicoli di scaricare rifiuti, telecamere mobili e “fototrappole” dotate di sensori e che consentono di filmare e fotografare giorno e notte i trasgressori, nuove “apps” che collegano direttamente i cittadini alle Amministrazioni pubbliche e che consentono di denunciare in tempo reale qualsiasi tipo di incuria e abbandono dei rifiuti creandone una mappatura condivisa.
Questa battaglia, però, si può vincere solo con la prevenzione. Occorre puntare sull’informazione a varie fasce della popolazione e sull’educazione ambientale, in particolare ai bambini e ai ragazzi delle scuole, per generare un circolo virtuoso che possa responsabilizzare anche gli adulti e le attività produttive.
È un percorso di civiltà quello che Amministrazioni pubbliche, gestori e cittadini devono fare insieme per arrestare l’abbandono dei rifiuti e salvaguardare la qualità dell’ambiente e della vita. Fondamentale è la raccolta differenziata che permette di recuperare materie prime e trasformare i rifiuti in risorse, affiancata dall’utilizzo dei Centri di raccolta quali luoghi attrezzati e preposti al corretto conferimento di molte altre tipologie di rifiuti (come ingombranti, RAEE, rifiuti pericolosi ecc.). Indispensabile, inoltre, è l’attivo contributo di ognuno per coinvolgere sempre più amici, familiari, conoscenti in questo percorso educativo di civiltà.
Insieme si può sconfiggere l’ignoranza di chi abbandona i rifiuti in ambiente quando potrebbe, semplicemente, usufruire dei servizi attivi sul territorio.
07 aprile 2016
Siamo una società certificata secondo il Sistema di Gestione della Qualità UNI EN ISO 9001, il Sistema di Gestione Ambientale UNI EN ISO 14001, la norma per la Parità di Genere UNI PdR 125, adottiamo il Modello 231 e ci è stato attribuito il Rating di legalità. Siamo orgogliosamente soci fondatori della Associazione per la RSI