La scuola come unica speranza? Intervista a Luigi Guerra, direttore del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna
Da oltre vent’anni, ormai, si parla di educazione ambientale nelle scuole. Ma quanto è diffusa? Quali le ricette per migliorarla in modo che provochi tra gli studenti modifiche nei comportamenti e negli stili di vita?
Innanzitutto con percorsi scolastici di qualità. Gli studenti - spiega Luigi Guerra, direttore del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna - sono per loro natura interessati alle problematiche ambientali, ma per indurre cambiamenti attivi nei comportamenti occorre rinforzare questa loro disponibilità con progetti di educazione ambientale di elevata qualità.
In secondo luogo occorre prestare attenzione a coniugare sempre attenzione al locale e al globale: sarebbe riduttiva sia l’educazione ambientale che puntasse solo alla dimensione locale, sia l’educazione ambientale che puntasse soltanto sui grandi temi del clima, dell’inquinamento ecc. e non collegasse questi aspetti al piano delle scelte locali. Occorre trasmettere la consapevolezza che le questioni ambientali vanno lette in termini globali, ma vanno sempre declinate in chiave locale, in una o più azioni concrete che possono ridurre il proprio impatto ambientale.
Ed infine, è sempre più necessario che i programmi di educazione ambientale si collochino con un approccio interdisciplinare in una vasta cornice di natura politico-culturale, per aiutare gli studenti a capire che il problema del clima, dell’ozono, delle coltivazioni, dell’inurbamento sono fenomeni che vengono da lontano e si collocano negli stessi modelli di sviluppo che provocano disuguaglianza tra le culture e le diverse aree del mondo.
Spostando l’attenzione da una visione tecnico naturalistica, che una volta si chiamava ecologica, verso una dimensione di sostenibilità, daremo una chiave di lettura per comprendere i problemi dei tempi che stiamo vivendo e che verranno lasciati sulle spalle delle nuove generazioni. Queste le grandi sfide, oggi, per un’educazione ambientale di qualità.
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12 gennaio 2017
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