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Ma quanta acqua mangiamo?

Intervista a Marta Antonelli, ricercatrice dell’Università di Roma Tre, co-autrice e co-curatrice insieme a Francesca Greco del libro "L’acqua che mangiamo. Cos’è l’acqua virtuale e come la consumiamo”

In Italia il consumo di acqua raggiunge i 152.000 litri annui per abitante. Un dato che riflette però il consumo riferito solo all’acqua che utilizziamo per usi domestici (bere, cucinare, lavare ecc.), mentre in realtà l’acqua che consumiamo è molta di più ed è contenuta in maniera invisibile negli alimenti che mangiamo, poiché è stata utilizzata per produrli. Non riusciamo a percepirla perché è acqua che letteralmente “mangiamo”, nutrendoci.

Grazie al concetto di impronta idrica possiamo misurare i consumi globali di acqua nella vita di tutti i giorni scoprendo così di utilizzare tra i 2.500 ai 4.000 litri al giorno a testa, a seconda del tipo di regime alimentare personale e della quantità di proteine animali che consumiamo. Se poi aggiungiamo anche le perdite di alimenti che avvengono durante la filiera alimentare e che non raggiungono mai la distribuzione, il bilancio sale a 1.226 milioni di metri cubi di acqua all’anno solo in Italia: una cifra comparabile a un decimo del fabbisogno minimo di acqua potabile di tutta la popolazione africana, le cui difficoltà di accesso all’acqua sono a tutti note.


MARTA ANTONELLI impronta idrica


Secondo Marta Antonelli, co-autrice e co-curatrice insieme a Francesca Greco del libro “L’acqua che mangiamo. Cos’è l’acqua virtuale e come la consumiamo” (Edizioni Ambiente, 2013), è importante far conoscere questi dati e far comprendere quanto le nostre scelte alimentari incidono sul fabbisogno idrico mondiale e come, con i dovuti accorgimenti, i prelievi idrici potrebbero essere anche di molto ridotti.

Per esempio, si potrebbe inserire l’impronta idrica sulle etichette dei prodotti, influenzando positivamente le scelte consapevoli dei consumatori nell’ambito dei propri consumi. Anche l’educazione ambientale gioca un ruolo determinante e gli alunni vanno guidati ad utilizzare beni e alimenti sempre più rispettosi dell’ambiente anche dal punto di vista dell’impronta idrica, in modo da farsi carico della tutela di una risorsa, come quella idrica, sempre più scarsa e preziosa.

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09 luglio 2015

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