Perché l'outdoor education oggi può essere la soluzione? Ascolta il podcast con la nostra intervista esclusiva al Prof. Roberto Farné dell’Università di Bologna
L’emergenza Covid-19 sta ponendo anche al mondo della scuola prove inaspettate e scelte difficili in vista della prossima riapertura delle lezioni, tra norme igieniche da rispettare, mantenimento delle distanze e comportamenti corretti da acquisire.
Proprio in questo frangente acquistano sempre più interesse i progetti di outdoor education, che riguardano tutte le attività educative che si possono svolgere all'aperto.
Come spiega il pedagogista Roberto Farné, docente di Didattica generale all’Università di Bologna e coautore del volume “L’outdoor education. L’educazione si-cura all’aperto” (edizioni Junior), le scuole dovrebbero sviluppare al massimo le opportunità dello star fuori (out-door), per concepire l’ambiente esterno come luogo di formazione, privilegiando gli spazi esterni per proporre e realizzare nuove esperienze educative innovative e di qualità.
L’outdoor education è uno stile di insegnamento unico, perché grazie alla ricchezza di stimoli sensoriali provenienti dagli ambienti esterni crea innumerevoli vantaggi per la crescita psicofisica e sociale dei bambini e dei ragazzi.
L’ambiente naturale rappresenta la miglior “lavagna” per conoscere il mondo, tutto da esplorare e da conoscere attraverso i sensi. Come ad esempio l’olfatto, odorando i profumi diversi di ogni pianta o fiore, il tatto, toccando con mano le diverse consistenze degli elementi che ci circondano, ed ovviamente la vista, in quanto la natura non si ripete mai e ogni giorno offre scenari sempre nuovi e diversi.
Anche senza dover raggiungere mete lontane per le scuole di città, come la campagna e il bosco, gli stessi spazi esterni vicini alla scuola possono essere facilmente re-inventati come ambienti di apprendimento: il cortile e il giardino scolastico non rimangono solo l’area delimitata per fare ricreazione, ma si trasformano in uno spazio per sperimentare processi educativi nuovi, quali ad esempio fare l’orto o curare le piante.
Tutta la natura, quindi, nella sua immensità e nella sua eterogeneità fornisce un materiale vastissimo su cui poter ricercare; non è mai uguale a sé stessa, non propone mai un elemento uguale all'altro, è ricca di diversità ed è la diversità stessa a renderla così ricca.
Tutto ciò è riassunto molto bene in una famosa citazione di Bernard di Clairvaux, studioso e teologo francese dell'ordine cistercense: “Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà mai.”
Per informazioni:
16 settembre 2020
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