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Terremoto, (d)istruzioni per l’uso?

In Italia sempre più occorre investire in prevenzione e sicurezza sismica: intervista a Matteo Agnoletto, architetto e docente all'Università di Bologna

In Italia i terremoti sono sempre stati una frequente emergenza nazionale, ma oggi ancor di più. In un Paese dove il 60 per cento degli immobili è stato costruito prima del 1974, con criteri che non tenevano minimamente in considerazione il rischio sismico, i crolli degli edifici diventano la principale causa di morte.

Come spiega l’architetto Matteo Agnoletto del Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna, anziché fare prevenzione ci si accontenta di gestire l’emergenza. E ad ogni scossa, dall’Aquila nel 2009 all’Emilia nel 2012 e ora nel Centro Italia, la situazione non cambia.

La mappatura del diverso grado di pericolosità sismica delle varie regioni italiane è pronta dal 2004 e prevede l’eliminazione della categoria 4, che avrebbe permesso la costruzione senza l’utilizzo di norme antisismiche come avveniva in passato.


Matteo Agnoletto Terremoto


Almeno un terzo degli immobili andrebbe adeguato. Il governo dovrebbe impegnarsi a mettere in sicurezza almeno ospedali e scuole e i cittadini capire che se abitano in zone ad alto rischio sismico devono mettere in sicurezza la propria abitazione. Sebbene farlo sia costoso: nel 2013 l’Oice, l’Associazione delle organizzazioni di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica, stimava che il mercato per questo tipo di interventi valesse 36 miliardi.

L’unico incentivo statale in tal senso sono le detrazioni fiscali legate alle iniziative di intervento privato per la riqualificazione degli edifici. Ma sono cifre parziali, potendo recuperare solo fino al 65 per cento della spesa, e spalmate nel tempo, con un ritorno previsto in dieci anni. Trattandosi di somme ingenti, in pochi vi ricorrono. Anche perché si tratta di un investimento sul futuro che non dà né ritorni immediati in bolletta né estetici, come nel caso di una ristrutturazione.

E così i lavori per la messa in sicurezza rimangono una rarità nonostante il Paese sia a rischio terremoti. E debba imparare a conviverci puntando, finalmente, sulle opere di prevenzione.

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11 ottobre 2016

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