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Intervista a Claudio Siciliano sui campi estivi antimafia per ragazze e ragazzi

Da Libera arriva "E!State Liberi!", un progetto estivo per promuovere l'antimafia tra i giovani. Ascolta il podcast

"E!State Liberi!" è un progetto che promuove il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie attraverso campi di impegno e formazione. L'iniziativa, organizzata dall'associazione LIBERA, offre ai giovani e ad altri partecipanti l'opportunità di dedicare parte della loro estate ad attività di formazione e impegno civile, contribuendo attivamente alla lotta contro la criminalità organizzata e alla promozione della legalità.

Ne parliamo con Claudio Siciliano, responsabile nazione dei campi di LIBERA

Ritorna l'estate di LIBERA, l’associazione contro la mafia presieduta da don Luigi Ciotti, che ha messo a disposizione oltre 4.000 posti per campi di formazione in tutta Italia, da nord a sud, isole comprese. Saranno 16 le regioni ad ospitare le circa 200 esperienze che fino a ottobre, permetteranno a tanti/e giovani di partire e dedicare parte della loro estate all’impegno civile e all’antimafia sociale.

Diverse le tipologie dei campi, spiega Claudio Siciliano, responsabile nazione dei campi di LIBERA: singoli (maggiorenni e minorenni), per gruppi organizzati (scout, associazioni, parrocchie, scuole, etc.), famiglie; ma anche i campi tematici, in cui i momenti di formazione e le azioni concrete sono rivolte ad ambiti di intervento specifici, e i campi dedicati ad una partecipazione internazionale.

Il progetto continua ad investire sull'attivazione dei/delle più giovani dai 14 ai 17 anni. Sempre nell'ambito minorile è stato confermato l'impegno dell'associazione nel coinvolgimento sui campi E!State Liberi! dei ragazzi e delle ragazze in “Map” (messa alla prova). Queste esperienze costituiscono un arricchimento del proprio percorso di riscatto e di emancipazione dai contesti socio/culturali di provenienza.

Il programma dei campi estivi prevede attività di formazione e di lavori manuali alternate a incontri con realtà sociali, testimonianze e momenti di socializzazione. I temi approfonditi riguardano i beni confiscati, la presenza delle mafie al Nord Italia, agromafie, capolarato, ma anche migrazioni, carcere, giustizia sociale e Costituzione italiana.

Un’offerta a parte è stata pensata per aziende, scuole e università.

Nei riguardi delle aziende, Libera ha scelto di ampliare la proposta con dei campi specifici, favorendo e rinsaldando la collaborazione tra l'associazione e le realtà aziendali particolarmente sensibili.

Per le scuole la possibilità di partecipare a un campo si moltiplica e dura tutto l’anno scolastico: non un semplice viaggio di istruzione, ma un’occasione per impegnarsi concretamente e conoscere i territori coinvolti da nuovi punti di vista.

Ma quanti sono in Italia e come vengono utilizzati i beni confiscati dalla mafia?

Nella ricerca "Raccontiamo il bene", Libera ha censito le esperienze di riutilizzo sociale dei beni confiscati recensendo la fitta rete delle associazioni di volontariato e delle cooperative sociali che costituisce il “popolo della legalità”, protagonista della restituzione alla collettività dei beni confiscati ai mafiosi alla collettività. In occasione del 27° anniversario della legge 109 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie.

Secondo i dati della ricerca le organizzazioni non profit impegnate nella gestione dei beni immobili sequestrati alla criminalità organizzata sono in totale 991, prevalentemente al Sud (696). Al Nord sono 227 e al Centro 68. Il 40 per cento degli immobili confiscati è composto da appartamenti, il 19 per cento da terreni agricoli, il 18 per cento da ville, fabbricati, palazzine, il 10 per cento da locali commerciali, il 6 per cento da box e garage, il 3 per cento da unità immobiliari non definite, il 3 per cento da complessi immobiliari e l’1 per cento da impianti sportivi o strutture turistiche.

Quanto al loro riutilizzo, il 57 per cento degli immobili confiscati viene destinato a iniziative per il welfare e le politiche sociali; il 27 per cento a iniziative culturali e di turismo sostenibile; il 10 per cento all’agricoltura e all’ambiente; il 4 per cento a produzione e lavoro; il 3 per cento allo sport.

La restituzione alla collettività delle ricchezze e dei patrimoni sottratti alle organizzazioni criminali è diventata un’opportunità di impegno responsabile per il bene comune. Non solo segni della vittoria del movimento antimafia, ma strumenti per dare nuove energie ai nostri territori. Un percorso non solo economico, ma sociale e culturale. La dimensione etica dei percorsi scaturiti dalle quasi 1000 esperienze di riutilizzo per finalità sociali si trova, infatti, nella corresponsabilità che ha trasformato quei beni da esclusivi a beni comuni e condivisi. Raccontare quello che avviene ogni giorno sui beni confiscati alle mafie vuol dire raccontare il cambiamento che giorno dopo giorno si costruisce, con l’obiettivo di dare vita a nuove pratiche di economia e di sviluppo sostenibile.

E!State Liberi! - Campi di Impegno e Formazione sui beni confiscati alle mafie

  • Telefono: 06.69770337-42-45-47
  • Email: estateliberi@libera.it

23 luglio 2024

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